In ricordo di Andrea Sorrentino

Andrea Sorrentino, nato il giorno 16 dicembre 1998 e originario della Parrocchia San Giovanni Battista in San Giovanni a Teduccio (NA), ha iniziato il suo cammino in Seminario nell’anno 2019. Al termine del primo anno formativo ha scoperto di essere affetto da un tumore in stato avanzato. Dopo un percorso clinico durato circa un anno, la malattia, purtroppo, si è aggravata e il 4 settembre 2022 Andrea è nato alla vita eterna.

Ma da dove viene questo? Era la domanda che un po’tutti si facevano appena ti vedevano, Andrea.

Siamo convinti che tu sapevi che quella domanda si faceva largo nella mente di chi ti incontrava, eppure tu non ti scomponevi. Accoglievi quella persona come avresti accolto chi un attimo prima ti aveva detto una cosa sgradevole. Avevi la delicatezza di chi sa accarezzare senza toccarti.
Adesso possiamo dirti tutto, non perché vogliamo incensarti, ce lo avresti impedito, del resto!
Possiamo dirti tutto perché abbiamo capito!
Andrea, non è usuale trovarsi davanti un giovane poco più che ventenne che legge i mistici e fa meditazione su quei testi. Non è frequente trovarsi davanti uno come
te che parla come se meditasse e studiasse da settant’anni! Questo ce lo devi concedere!
Man mano che ti abbiamo vissuto, respirato, amato, abbiamo capito che tu facevi sul serio, quello che vedevamo era Andrea, vero, autentico.

Con te abbiamo toccato con mano una grande possibilità. Pensa un po’, siamo di età diverse, veniamo da posti diversi, eppure ci siamo trovati. Ci sembra vederti passare in silenzio nel corridoio e scorgere la sagoma che si dirige in un’altra ala della casa, ma forse questo è il riflesso di un desiderio che ci porteremo per sempre dentro: inevitabilmente, ci vivi dentro, il seme è stato piantato!

In te hanno preso carne le attitudini più belle che un uomo, che un giovane possa avere. Andrea, è stato bello vedere come il tuo amore per Dio non era fatto solo di tradizioni che hai assorbito, ma di un cuore che batteva per Qualcuno che ti aveva rapito. Tu eri innamorato. E solo un innamorato si prende cura della persona amata dando veramente tutto. Quale grande amore nutrivi per l’Eucaristia, tanto da “salvarne” anche le briciole!
È così che si ama? Si, è così che si ama! E forse ancora oggi facciamo fatica a capirlo.

Ti avremmo “mazziato” quando ti sentivamo muoverti in stanza prima dell’alba e noi volevamo ancora dormire. Adesso sappiamo che tu ti muovevi perché dovevi pregare. Ci sei arrivato prima di noi.
Solo adesso ci accorgiamo che senza la preghiera, senza quel sacrificio che ti porta a desiderare di stare con l’Amato la nostra vita non può reggersi, non può dare nulla, non s’ingravida d’amore!
Chissà come avremmo reagito sapendo di essere irrimediabilmente ammalati…
Ciò che ci è rimasto impresso di quel fine agosto è la calma e la serenità con cui ce lo hai raccontato.
E faceva ancora più impressione la tua voglia di progettare e costruire a prescindere dalla malattia.
Spesso capita di riprendere le conversazioni su WhatsApp, quelle parole sono il tuo testa-mento perché fanno da didascalia a qualcosa che è stato troppo più grande di noi, una via crucis che spesso ci ha fatto cadere prima di te nel cammino verso quel Golgota che era solo tuo, se non per il peso, per le vertigini. Ma chi è quel folle che, non sapendo se vivrà o morirà, segue le lezioni da un lettino mentre gli iniettano dei flaconcini che ci hanno almeno illusi per un po’? Noi non ci aspettavamo che te ne saresti andato perché non volevamo lasciarti an-dare, questa è la verità. Eppure il modo con cui ti sei avviato verso l’Eternità con questo peso sulle spalle ci ha rivelato il significato del tuo nome, ci ha detto in maniera definitiva lo spessore del tuo vivere, ci ha mostrato gli ingredienti della tua fede. Forse non lo avremmo mai capito, forse non ci saremmo mai fatti delle domande, non avremmo mai intravisto la strada, non avremmo mai preso coscienza che chi fa sul serio va controcorrente, non si snatura, ma rimane fedele all’Amore che ha conosciuto e da cui è stato salvato.

C’è tanto dolore ancora nel cuore, ma siamo fiduciosi che la luce della Pasqua muterà il lutto in gioia (Ger 31,13). Se sentire questa morsa è il prezzo da pagare per averti conosciuto e amato, allora va bene.

GRAZIE PER AVERCI SOSTENUTO, GRAZIE PER LA TUA TESTIMONIANZA, GRAZIE PER AVER CREDUTO IN NOI, GRAZIE PER IL TUO ESEMPIO, GRAZIE PER AVERCI INFUSO CORAGGIO ANCHE NEI MOMENTI DI DIFFICOLTÀ, GRAZIE PER AVER DONATO LA TUA VITA PER NOI, GRAZE PERCHÉ CI HAI “COSTRETTO” A FARE SUL SERIO, SOLO GRAZIE DI TUTTO E PER SEMPRE.

Prega per noi Andrea. Conoscendoci uno ad uno, sai di cosa abbiamo veramente bisogno…

In ricordo di Andrea Sorrentino